Molte le questioni di fondo ancora in sospeso
Incontro intercantonale della protezione civile
Il 20 e il 21 ottobre si è tenuto a Endingen, nel Canton Argovia, l’incontro intercantonale della protezione civile dedicato al problema del calo degli effettivi nella protezione civile dopo l’entrata in vigore della nuova LPPC. La prima persona a prendere la parola è stato Thomas Süssli, capo dell’esercito, che ha parlato dei quattro megatrend e delle loro conseguenze per l’esercito prima di arrivare al tema centrale della serata. «La protezione civile e l’esercito, così come il comandante di corpo, rappresentano l’ultima riserva di sicurezza del Paese» afferma Süssli. Dal momento che la Svizzera non può permettersi un esercito di professionisti, deve perlomeno avere un sistema di milizia perfettamente funzionante. Secondo il capo dell’esercito, entro la fine di questo decennio la protezione civile e l’esercito non saranno più in grado di garantire gli effettivi auspicati secondo il loro profilo delle prestazioni: «Se non prenderemo provvedimenti appropriati, entro la fine di questo decennio l’ultima riserva di sicurezza non esisterà più. Sono quindi contento di poter discutere con voi di questo problema impellente.»
Si è poi passati al dibattito attorno a una possibile introduzione dell'obbligo generale di prestare servizio in Svizzera. Il dibattito, presieduto da Maurice Velati, redattore radiofonico della Radio SRF, si è svolto con cinque esponenti dei principali partiti politici: Priska Seiler-Graf (consigliera nazionale PS) e Irène Kälin (I Verdi) per la sinistra, mentre per i partiti borghesi Thierry Burkart (consigliere agli Stati e presidente del PLR), Maja Riniker (consigliera nazionale PLR e presidente FSPC) e Jean-Pierre Gallati (UDC), unico consigliere di Stato del Canton Argovia.
Il dibattito, durato un’ora e mezza, è stato molto animato, ma anche un po’ confuso. Ciò non deve meravigliare: visto che non è ancora disponibile un documento di riferimento, si è discusso di un tema ancora vago e ciascuno partiva da presupposti diversi. Quasi impossibile quindi evitare malintesi e trovare un approccio comune.
In linea generale però tutti concordano sul fatto che la protezione civile ha un problema di effettivi. Le posizioni divergono su come risolvere la questione a breve e lungo termine. Alcuni propongono di integrare le donne nell’esercito e nella protezione civile. Ma a quale prezzo e a quali condizioni? La proposta di introdurre un servizio civico obbligatorio per tutti i cittadini svizzeri per salvare il sistema di milizia ha sollevato discussioni accese. Mentre per Thierry Burkart è chiaro che l’esercito e la protezione civile devono prevalere anche in futuro sul servizio civile, Irène Kälin si oppone al fatto che vengano fatte distinzioni. La presidente della FSPC, Maja Riniker, spera che a lungo termine sia possibile integrare il servizio civile nella protezione civile.
La serata, cui hanno partecipato circa 80 persone, si è conclusa con una serie di domande dei presenti. Durante l’evento è emerso in particolare un aspetto: l’importanza di acquisire al più presto una visione d’insieme sui temi trattati.
Il secondo giorno sono stati ripresi i temi della serata precedente e discussi con l'associazione argoviese della protezione civile, l’associazione dei quadri della protezione civile della Svizzera orientale e l'Associazione dei comandanti della protezione civile del Canton Zurigo. Attraverso workshop e quattro gruppi di lavoro si è cercato di trovare delle soluzioni e nuove idee per contrastare il problema della carenza degli effettivi nella protezione civile almeno sul breve termine. Nella giornata di giovedì ci si è inoltre chinati sulla questione di come motivare le donne a prestare servizio nella protezione civile.
Maggiori informazioni sull’incontro intercantonale della protezione civile a Endingen saranno pubblicate nel prossimo numero di «Protezione civile Svizzera».